
All’età di quasi ottant’anni Giuliano Gramsci, figlio di Antonio, scrive al padre in un tempo presente che annulla ogni distanza e, liberando la memoria, racconta i suoi sentimenti: quelli di un figlio cui la sorte ha negato l’abbraccio del padre conosciuto unicamente grazie alle sue lettere (che solo dopo la sua morte ha saputo provenire dal carcere) e ai racconti delle zie e della madre. Il libro ben interpreta le emozioni di Giuliano che per la prima volta ha goduto della sua dignità di figlio e del piacere di dare a ‘papa’ Gramsci’ quel valore di genitore che solo lui poteva attribuirgli.